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Fiat: il segreto del commissario Montalbano

09 Settembre 2013

Salvo Montalbano è un commissario di polizia dall’intuito eccezionale.

Ma, più semplicemente, è un uomo: intelligente, acuto, arguto.

Nato dalla penna di Andrea Camilleri, in tv ha il volto di Luca Zingaretti.

E di lui si sa quasi tutto: non ama giudicare e condannare, quanto cercare la verità tra le pieghe di storie all’apparenza insignificanti. È riflessivo, taciturno, brusco ma al contempo umano e sensibile.

Eppure da anni, fiumi di inchiostro e accesi dibattiti infiammano pubblico e critica: il commissario di Vigata somiglia tanto a Jules Maigret, il suo omologo francese. O meglio, costruendo il suo personaggio, Camilleri pare abbia attinto – a detta di alcuni – molti aspetti da quello dell’altrettanto prolifico collega belga, Georges Simenon.

In effetti le similitudini sono molte: come Montalbano, anche il numero uno del “36 Quai des Orfèvres” (indirizzo della sede della polizia di Parigi) è tanto burbero quanto scontroso.

Legati in modo indissolubile ai luoghi della loro infanzia, uno non può fare a meno della Sicilia, l’altro della capitale francese.

Amanti della buona tavola – triglie per Salvo, ostriche per Jules – e del buon bere – vino per il siciliano, birra chiara al francese – amano il silenzio e la solitudine. Corroborate magari dalla lettura di un libro o da una passeggiata (sui lungosenna Maigret, in spiaggia Montalbano).

Tuttavia, un piccolo particolare, una sfumatura quasi invisibile simile a quelle che i due commissari devono cogliere per sbrogliare la matassa durante le inchieste, sfugge ai più: Maigret non ha la patente, Montalbano sì.

E se Jules non guida, Salvo, almeno in televisione, viaggia su una Fiat Tipo di colore grigio scuro. Targata “AK696FW” è una presenza discreta in ogni indagine. Accompagna Montalbano in sopralluoghi, pedinamenti, inseguimenti, appostamenti. Ma anche nella quotidianità. Trascurata quanto ammaccata, il suo motore non sembra risentire i segni del tempo. E nemmeno il suo fascino: il commissario non ha nessuna intenzione di cambiarla. E nemmeno ci pensa, tanto da rimanere insensibile di fronte a bolidi più nuovi e potenti.

È perciò chiaro che il capo di Vigata percorrerà ancora molte migliaia di chilometri a bordo della sua Fiat Tipo.

Ora, non sarà certo una Fiat a rendere Salvo Montalbano più bravo di Jules Maigret, è blasfemo solo pensarlo. Forse però quella Tipo riesce a dargli una marcia in più. Come uno dei tanti elementi di contorno senza i quali Montalbano non riuscirebbe ad indagare con lucidità. E chissà che Camilleri non decida, in un nuovo romanzo, di mettere in risalto la (televisiva) Fiat Tipo del suo commissario: almeno, nessuno avrà più l’ardire di paragonarlo a Simenon.