Da decenni la chiamano “Papamobile”, ma forse non tutti sanno che il fuoristrada su cui viaggia il vescovo di Roma è una Mercedes.
O meglio, due: una M 500matic per i viaggi al di fuori dal Vaticano e una G 500 torpedo utilizzata per gli eventi in Piazza San Pietro.
Un sodalizio, quello tra la casa automobilistica tedesca e la Santa Sede, che dura nel tempo.
Era il lontano 1930 quando, una 460-Nürburg divenne la prima Mercedes “pontificia”.
D’allora molte cose sono cambiate e molte “papamobili” si sono susseguite.
Specie negli ultimi anni, da quando cioè, la papamobile ha sostituito la sedia gestatoria, diventando un must. E di necessità virtù, scattanti jeep decappottabili bianche hanno preso il posto delle comode ed austere berline di rappresentanza.
A onor di cronaca il primato Mercedes è conteso dalla italianissima Fiat. Non solo per una mera questione numerica: l’idea di un’ auto per il Papa, nasce infatti da una geniale intuizione di Giovanni Agnelli, fondatore del Lingotto e nonno del mitico Avvocato, che volle donare – all’indomani dei Patti Lateranensi – una Fiat 525M a Pio IX.
Karol Wojtyla viaggiava su una Fiat 1107 nuova campagnola quando subì l’attentato il 13 maggio 1980. In seguito nascerà la concezione di una vettura moderna e blindata in grado di mettere in piena sicurezza il Pontefice anche quando si trova in mezzo alla folla.
Oggi, la “PapaMercedes M” è un auto bassa e leggera per consentire facilmente il trasporto aereo. Al suo interno presenta numerose tecnologie innovative volte a rendere ancora più efficiente l’impianto di climatizzazione e di illuminazione così come la comunicazione tra il guidatore e la “cupola” posteriore. La carrozzeria è, come tradizione, bianca madreperla.
Innovazioni automobilistiche, nel solco della più longeva tradizione.